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La storia di Luca ed Ellen, giovani imprenditori sociali anima del progetto GoGround

I fondatori e pionieri del progetto GoGround Beans&Spices, Luca Beltrami ed Ellen Taerwe, ci raccontano qualcosa di più su come è nata e come si è sviluppata la loro esperienza di imprenditori sociali nel cuore dell’India.

Un incontro che cambia la vita

Ellen tu vieni dal Belgio, tu, Luca, dall’Italia: come vi siete conosciuti?

Ellen: Indovinate un po’, ci siamo conosciuti in India! Nel 2011 stavamo entrambi facendo un tirocinio a Hyderabad. Ci siamo trovati a condividere l’alloggio insieme ad altri studenti ed è lì che è iniziato tutto. Abbiamo viaggiato molto, abbiamo scoperto insieme il paese. Dopo esserci laureati, io in Ingegneria Gestionale e Luca in Ingegneria Informatica, abbiamo deciso di stabilirci in Belgio.

Luca: In Belgio ho lavorato per una grande industria che produce autobus e camion. Mi ricordo ancora che ero seduto durante una riunione ascoltando il mio capo che spiegava come saremmo diventati il player più importante del mercato e avremmo alzato i profitti. Per me, tutto ciò era troppo superficiale. Volevo costruire un mondo migliore e così ho cominciato a cercare un lavoro che avesse un impatto sociale. Fondazione Riva mi ha aperto le porte del mondo del cacao e insieme a loro abbiamo avviato GoGround in Kerala. Questa è la versione breve della storia; prima di arrivare lì abbiamo viaggiato molto in Uganda e poi in India per trovare il posto più adatto.

Le sfide del contesto

Dev’essere stato duro a volte adattarsi a un contesto così diverso: quali sono le 3 sfide più grandi che avete affrontato?

Ellen: Uno dei momenti più difficili è stato quando è crollato il tetto di uno degli stabili dove si essicca il cacao. Pioveva e Luca ed io raccoglievamo freneticamente le fave dai tavoli di essiccazione. I vicini ci hanno raggiunto con grandi torce perché era davvero buio. In quel momento ricordo di aver pensato: “Torniamocene a casa”.

Luca: Mi viene in mente anche il momento in cui dovevamo ottenere un permesso dal governo per poter far uso dei liquidi prodotti dal processo di fermentazione. Non doveva essere una cosa complicata ma i funzionari di questo particolare dipartimento hanno fatto di tutto per rendercela difficile. Era chiaro che volevano una mazzetta in cambio del permesso. Noi d’altro canto non avevamo intenzione di metterci su questa strada perché avevamo deciso sin dall’inizio che non ci saremmo lasciati invischiare in queste logiche di corruzione. Pertanto abbiamo deciso di comprare un piccolo impianto alimentato a biogas, sviluppato dal Ministero dell’Agricoltura del Kerala, e abbiamo utilizzato i liquidi prodotti dalla fermentazione per alimentare l’impianto. Chiaramente i funzionari del Dipartimento sull’Inquinamento non hanno potuto obiettare nulla a questa soluzione perché veniva direttamente dal Ministero dell’Agricoltura! Abbiamo avuto il nostro permesso, ed è stata una buona soluzione per disporre di quegli scarti. Ora abbiamo così anche un piccolo impianto a biogas grazie al quale il nostro staff produce tè e altri prodotti. Dopo tutto, c’è stato un lieto fine.

Ellen: Un’altra grande sfida è stata trovare i produttori di cioccolato che volessero comprare il nostro cacao a un prezzo economicamente conveniente. La nostra non è un’azienda profit, è un’impresa sociale, ma abbiamo bisogno che i conti tornino alla fine. Perciò abbiamo provato a rivolgerci a dei produttori di cioccolato indiani: tante chiamate a vuoto, nessuna risposta positiva. Non è stato per niente facile. E poi è comparso un produttore di cioccolato di Zurigo che ne ha comprato un po’ e da lì è partito tutto.

Guardando indietro…

Ora che sapete cosa significa, lo rifareste?

Ellen: Quando abbiamo iniziato questo progetto non avevamo idea di cosa aspettarci. Abbiamo imparato strada facendo. Ricordo che stavamo provando alcune tecniche di essiccazione e dormivamo sul pavimento dell’ufficio svegliandoci ogni due ore per controllare i tavoli dove venivano essiccate le fave. Ripensandoci è stato folle. Ma ora che funziona, ne siamo orgogliosi.

Luca: Per me la risposta è sì, con tutto il cuore. Certo che lo rifarei! Quello che volevamo accadesse, vale a dire che i contadini aumentassero le loro capacità e il loro reddito e che le loro vite cambiassero in meglio, sta succedendo.

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