Progetti, Scuola del Fare

“La scelta” sbarca a Milano: i ragazzi della Scuola del Fare presentano il loro corto per la prima volta fuori Napoli

È ancora grande l’emozione che ci prende al ricordo della calorosa accoglienza che il pubblico milanese ha riservato ai ragazzi della Scuola del Fare martedì 24 gennaio in occasione della proiezione del corto “La Scelta”. È stata una serata avvincente in cui si sono avvicendati sul palco i protagonisti di questa esperienza ma non solo: l’Auditorium San Fedele è stato infatti teatro di incontro tra tanti mondi legati alla fondazione. I protagonisti di vari progetti hanno raccontato, ognuno a modo proprio, le scelte che hanno sofferto e vissuto con coraggio e che li hanno portati ad essere testimoni con la loro vita di un mondo migliore.

Scelte rivissute dietro la macchina da presa

Prima di salire sul palco i ragazzi erano emozionati, alcuni anche tesi di fronte alla prospettiva di dover entrare in contatto con un pubblico nuovo e lontano da casa. Gli educatori hanno aperto allora un dialogo con loro: altro non dovevano fare se non spiegare a tutti quegli estranei quale fosse stato il senso che avevano dato a quell’esperienza. Da quella domanda sono scaturiti, nelle risposte dei ragazzi, alcuni spunti illuminanti: mettere in scena la storia di una scelta vestendo i panni di un personaggio fittizio ha significato per molti di loro raccontare un pezzo della propria vita in cui si sono trovati a un bivio, senza sapere quale fosse la direzione giusta. Scaricati dalla macchina da presa di tutto il peso emotivo di quel momento, hanno riaffrontato nella finzione quella scelta, dandogli un senso nuovo che in passato non erano magari riusciti a cogliere.

In fondo è forse un invito anche a noi, a rivivere i momenti del passato che ci hanno lasciato un segno e cucire su di loro un nuovo senso attraverso un film, uno scritto, una nuova narrazione di qualsiasi tipo…

Il coraggio di una scelta: essere autonomi

Alla testimonianza dei ragazzi della Scuola del Fare si è poi affiancata quella di ragazzi e genitori coinvolti nel progetto Casa Comune di Fondazione La Comune. Ognuno di loro ha fatto una scelta: andare a vivere da solo nonostante le difficoltà che comporta la propria disabilità. Tutti loro hanno lasciato la casa dei genitori e hanno iniziato a vivere in un appartamento a contatto con coinquilini loro coetanei e sotto la supervisione, sempre meno presente, degli educatori.

Ragazzi e genitori sono quindi testimoni del coraggio che comporta la scelta di essere autonomi e camminare sulle proprie gambe: una scelta che viene sempre ripagata dalla consapevolezza di essere totalmente responsabili di sé e dei propri passi.

Il coraggio di un’altra scelta: uscire dallo specchio della propria esistenza

Quante volte ci isoliamo dal resto del mondo e continuiamo a giudicare ciò che vediamo e sentiamo solo sulla base di ciò che sappiamo già. Uscire da questo inganno, che riflette continuamente solo l’immagine di noi stessi, è una scelta. Ed è la scelta che hanno fatto e stanno facendo gli avventori del bar Il Girevole, gestito dall’Associazione San Fedele: qui chiunque trova ad accoglierlo un drink (analcolico) e qualche nocciolina da sgranocchiare. E soprattutto trova persone che non si sarebbe mai aspettato di incontrare. Che tu abbia una dimora o no non è importante in questo bar: la distanza che tante scelte, personali e sociali, hanno creato tra alcuni di noi si assottiglia fino a scomparire di fronte alla scelta di uscire dal proprio piccolo cortile e stare insieme.

Una testimonianza quindi di un’altra scelta di coraggio che tutti noi possiamo fare ogni giorno per rendere il mondo un po’ migliore di come era ieri.

Vi lasciamo con la chiusura dell’intervento di Padre Antonio Loffredo, ispiratore di molti dei progetti sostenuti dalla fondazione. Riprendendo Antoine de Saint-Exupéry, dice:

«Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito». Ecco, ciò che a noi manca in tempi di grande modestia umana, politica e culturale, è proprio questa nostalgia dell’infinito, ossia la tensione verso l’identità, la progettualità alta, l’utopia, la grandezza d’animo, di mente e di cuore. Esse hanno nel mare il simbolo più grandioso.

Ciò che sembra mancare, diremmo noi, è quindi il coraggio di scegliere la propria strada tendendo in alto: anche se a ben guardare di esempi a cui ispirarci ne abbiamo…